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Andrea Bart "Sàlvànfòresto".

martedì 25 maggio 2010

Libro Aperto..


 Una premessa, quanto segue prende una connotazione molto personale, chi non fosse interessato, cambi canale subito ! 


Il Libro Aperto, cima dell'Alto Appennino modenese, chiamata così, credo, immagino per la sua forma che ricorda appunto un libro aperto sulle pagine, specie dai suoi versanti meridionali.

Si dice di una persona che non abbia segreti, chiara, leggibile, come un "libro aperto", oppure anche "aprire il libro" nel senso in cui si arriva a un chiarimento con una persona, oppure rispetto a una situazione.

Quest'ascensione assume subito, invevitabilmente, il carattere di un' esperienza esistenziale.
Inevitabile pensare ai miei libri, non quelli che tengo a casa sugli scaffali, ma a quelli, anzi, quello, che tengo dentro.

Questo libro "dentro" è chiuso, pieno di pensieri, ora belli, ora meno, rimescolato tra righe ora caotiche, ora di lucida espressione in cui tutto si accavalla turbinosamente, questo perchè, il mio libro è , invece che aperto, chiuso.
Passo dopo passo, grava come un fardello, sempre più pesante e una salita che altrimenti avrei percorso quasi di corsa si fa ardua, a momenti apparentemente invincibile, lo zaino pesa, la macchina fotografica pesa,
quel libro dentro,
pesa.
Devo salire, penso..

"Andrea, sali !"

Intanto il cielo pare riflettermi, ora squarci di meraviglioso, intenso, azzurro, ora nubi plumbee, incombenti, come pesanti coperte.
Il libro pesa sempre più, più salgo, più grava.

la natura è meravigliosa, dicevano gli antichi greci, ma l'essere umano è ancora più stupefacente, e questo, è
è vero, tuttavia, nonostante questo è proprio per questo, mentre la natura premia sempre le attese, in male o in bene, le attese, al contrario, i rapporti umani finiscono spesso, direi quasi sempre, deludenti.

Inevitabile pensare alle delusioni, amici e... più amici, alle ferite, date e ricevute, ai perchè, che.. non sempre ci devono essere, eppure tormentano perchè l'incomprensibile non mi è ammissibile.
Amici che non comprendono fino al limite dell'estraneità, donne che non comprendono anch'esse, e che, inevitabibilmente, non amano.

Il mio libro l'ho tenuto ho chiuso, ho rinunciato a combattere, non si chiede affetto e stima, non si chiede amore, ti viene dato, è inutile affannarsi, e avere ragione non sempre serve.

Il mio libro,se proprio, è stato aperto solo contro di me, da altri e da me stesso.
Mi sono addossato tutte le colpe, anche quelle che non mi spettavano, le ferite date le ho ammesse, su quelle profonde, ricevute, ho taciuto.

Ora quel libro pesa come i volumi di una intera enciclopedia,
pesano,
e il passo si fa pesante, il respiro va ad affannarsi.

"Andrea, sali !"

"una donna che non ti ama non è quella giusta nonostante tutte le sue ottime qualità"..

è l'unica regola d'oro per certe situazioni del cuore, e gli amici o cercano di comprenderti, di non riportarti o ridurti alla loro visione della vita, o cessano di esserlo.

Ma alle regole d'oro finisco sempre per dubitare.
Non amo le certezze, ogni cosa certa porta alla negazione di tante altre possibilità, non amo le soluzioni pronte,
non amo fare finta di nulla, non amo semplificare ad ogni costo,
non amo le menzogne anche quando siano comode, per converso, amo le verità, anche scomode.
Tuttavia,
 la cultura del dubbio va coltivata con il vigore delle braccia della mente e concimata con pensiero rigoroso, irrigata con forza morale,
altrimenti il dubbio finisce per creare solo un deserto, invece che portare nuove fioriture.

Passano nubi cupe come i pensieri.. pensieri su di se, di quanto si sia stati indadeguati, ora di come lo siano stati altri, l'affacciarsi del presentimento umiliante di essere stati ingannati.
La senzazione di nudità inerme che da l'essersi esposti senza che altri si siano scoperti anche solo per un attimo.

Il dover reagire, sempre. Costa fatica, a volte, quando, non si vorrebbe fare altro che nulla, quando si vorrebbe solo chiedere quartiere.


Ho voglia di fermarmi, anzi, non ho voglia di andare avanti, mi sembra tutto così ripido, e grigio sopra.
Il fardello pesa, sempre, di più.

"Andrea sali !!"

Ricompaiono momenti di azzurro, irrompe a sprazzi la luce.

"Andrea sali !!!"


Il fardello pesa, è sempre lì,
tuttavia,
salgo !



Siamo in cima..
chiari e scuri si alternano, ancora, come sempre.
Attorno grigio, in lontananza, luce.


Un semprevivo .... (a destra)

Licheni ...              (a sinistra)













Resistenti.. piccoli, tenaci.

Sarebbe bello avere solo un poco della forza di questi piccoli esseri.



Schiarisce....
l'escursione inizia ora.. che inizio a scendere..




Apre....

per dove ?



Eppure... fiorisce sempre, la primavera, mi viene in mente una vecchia canzone di Caterina Caselli che faceva "insieme a te non ci sto più", ma anche "con il nastro rosa" di Lucio Battisti.

Dicotomie... come il cielo oggi.



Saluto un amico, e mi avvio scendere..

Quanto al librone....


Il librone è sempre lì,
oggi l'ho issato in vetta quasi a calci, spero almeno mi vengano gambe e cuore forti.




Nonostante tutto..



Andrea G. 25/05/2010

7 commenti:

Anonimo ha detto...

:)

Bart_72 ha detto...

Puoi anche loggarti, se vuoi, eh..

Anonimo ha detto...

Meno male che il libro almeno qui lo apri :-D
E se l'incomprensibile non ti è proprio ammissibile, datti da fare per capirlo...o lascialo stare così com'è e prendilo comunque come buono ;-)



...e se concludo con "Bart vìn zò" ti incazzi? :-D

bebo ha detto...

;-)

ciao torrido.

Bart_72 ha detto...

urka, chi si vede !! ;)

Leoniero ha detto...

Bellissime le foto. Complimenti.

Alla faccia di chi dice che il cielo blu... non c'è più!

Bart_72 ha detto...

Il cielo c'è, a volte è anche.. sempre più blu, nonostante chi sta giù e non lo vede più, così.
Grazie per il passaggio :))