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Andrea Bart "Sàlvànfòresto".

sabato 22 novembre 2008

Neve (Ricordando e attendendo)


Ricordo che tre anni fa, un sabato pomeriggio di dicembre ci fu una bella nevicata precoce a Sassuolo, partì timida, poi decise di punto in bianco di posarsi in uno strato di una trentina di cm nel giro di un' ora e mezza.
In quel periodo ero senza automobile, lavoravo all' ipermercato e dovevo inziare il pessimo turno dalle 17 alle 21, pessimo in quanto di sabato pomeriggio, pessimo perchè non si aveva mai voglia di fare quel turno, pessimo perchè il tempo sembrava un mezzo con le ruote quadrate, non scorreva, scattava, di tanto in tanto... e nevicava sempre più, andare in bici non potevo, troppo rischio e troppo da bagnarsi, il mezzo pubblico era comodo e fermava davanti a casa mia, ma sarebbe stato sicuramente in ritardo per via della neve, quindi decisi di attrezzarmi con giacca in goretex e scarponi da montagna con tanto di ghette e con mezz'ora di anticipo mi avviai a piedi, fu una bella camminata sotto la neve. Arrivato a Panorama sembravo Messner, mi mancava solo la piccozza e la bottiglia di acqua minerale.
Dentro erano tutti tra il contrariato e l'incavolato per e contro la neve, io che invece avevo fatto mezz' ora a piedi sotto la nevicata per arrivare al lavoro avevo un sorriso ebete in faccia che nessuno era in grado di capire.
Ricordo anche che quando eravamo piccoli io e il mio migliore amico stavamo , anche in estate, delle ore a parlare della neve e non vedendo l'ora che arrivasse... non siamo cambiati anche lui, che ora ha una ditta di cui attualmente sono dipendente e quindi è il mio "capo" mi fa "spero che nevichi, anche giù, frega nulla se si va più piano in macchina". 
A distanza di anni e di vicende, con le normali preoccupazioni della vita da adulto, con le responsabilità, famiglia, figli, lavoro mi ritrovo ancora a sentire quel ragazzino con cui si fantasticava di quel concerto di silenzio, dell'odore umido e freddo, dell'impronte piccole, scricchiolanti, su quel fondo bianco.
Credo che fino a che c'è neve e chi la ama c'è speranza per questo mondo, perchè ci mantiene vivi come i ragazzini lo sono, salva quel castello di fantasia che sembra perdutò ai più, e, cosa più straordinaria, non è necessario essere degli "immaturi" per continuare a fare vivere l'incanto.

Andrea G. 22/11/2008

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