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Andrea Bart "Sàlvànfòresto".

lunedì 6 ottobre 2008

(Quotidianità) Uscita serale sulla ciclabile..

Questa sera decido di abbattere il torpore autunnale che da oltre una settimana mi assale, prendo la bici ed esco a fare due pedalate lungo la ciclabile del secchia, l'intenzione è quella di arrivare almeno al monte di Pigneto, una volta raggiunta la sommità del percorso sterrato che lo aggira potrò decidere se continuare o scendere a Pigneto e rientrare a Sassuolo, se non che la scelta di portare con me la piccola fotocamera compatta si rivela altamente tarpante per le velleità cicloturistiche, in quanto perdendo molti attimi a scattare faccio infine registrare tempi da salita allo Stelvio per giungere, in effetti, solo oltre la traversa sul Secchia.


Ne risulta una curiosa uscita serale con rientro al buio, sempre interessante e intima esperienza in quanto al calare della sera l'ambiente permette di vivere quella quiete e quel raccoglimento che a Sassuolo, dove vivo, non è scontato trovare, questo perchè essa ha tutti i difetti di una metropoli senza averne neppure un pregio.


I pregi infatti sono peculiari, e sono dati da un territorio adiacente affascinante dal punto di vista paesaggistico seppure intaccato dall'ovvio degrado che l'industrializzazione fra cosa buone e meno buone ha portato. La ciclabile rappresenta quindi la porta verso questo mondo che a tratti sa ancora di antico e trovo che il momento migliore per percorrerla sia quello serale, anche se è consigliabile tenere almeno i quaranta km/h nel rientrare a Sassuolo, perchè sempre di Sassuolo si tratta e la prudenza non è mai troppa.


La pista ciclabile lungo il fiume Secchia rappresenta lo “spin-off” per eccellenza per chi, in bici o a piedi, desidera uscire da Sassuolo verso la collina senza incorrere in pericolo di “ruotamenti” da parte di auto e mezzi pesanti che si sa, nella nostra amena cittadina imperversano. La pista percorre un tracciato preesistente ma solo nel periodo più recente è stata resa ciclabile con continuità e minimamente attrezzata con panchine e tavolini a far punto sosta lungo il percorso e, soprattutto, ha visto la realizzazione e il ripristino dei ponti di attraversamento sui torrenti che scendono alla destra orografica del fiume, in particolare quello che permette di oltrepassare il torrente Vallurbana che, realizzato nel primo periodo di allestimento della pista, aveva fatto in tempo a marcire, crollare, per poi essere ricostruito ex novo negli ultimi mesi, poi di nuovo travolto dalla recente esondazione primaverile del corso d'acqua e poi finalmente ri-realizzato prevedendo spalle per il manufatto in legno un po' più solide, a differenza di quelle previste in un primo momento che erano costituite da gabbionate a secco.

La ciclabile, utilissima ai cicloturisti sassolesi, permette di portarsi in direzione Prignano, di uscire verso Montegibbio attraverso strade rurali, di raggiungere la Salvarola, Valleurbana, la valle del Pescale interferendo al minimo con la viabilità stradale cittadina, permette inoltre l'accesso ai percorsi oltre Secchia, lungo la sponda reggiana nel comune di Castellarano grazie alla possibilità di attraversamento data dalla traversa, il territorio di Castellarano, e attraverso San Valentino la conca di Viano costituisce una vera mecca per i cultori della mountain-bike, in quanto vi si prospetta un' ampia scelta di itinerari caratterizzati dal fondi sterrati spesso molto grezzi e dall'ampia gamma di difficoltà tecnica, a differenza di quanto avviene lungo il lato modenese che invece presenta ormai diffusamente fondi asfaltati anche su strade che fino a pochi anni fa erano ancora “bianche”.



Andrea G. 06/10/2008




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