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Andrea Bart "Sàlvànfòresto".

martedì 24 agosto 2010

Green&Blue : Monte Sciliar e Alpe di Siusi


Lo Sciliar visto dalla strada che sale da Siusi.

Una mia conoscenza di qualche anno fa soleva dire riguardo all' Alpe di Siusi che tanto amava : "Per me è il posto più bello del mondo".
Le affermazioni assolute sono sempre aleatorie e tuttavia spesso sono grandi verità rispetto alle realtà interiori che esprimono, in quanto, se è vero che non siamo soli al mondo e che "il mondo non sono io" è anche vero che la percezione di un' esperienza e quindi la sua interiorizzazione sono caratterizzate dall'unicità, in questo senso, sempre relativamente parlando puo' essere vero anche che "l'unico punto di vista che conta è il proprio" .. attenzione però a non esagerare in deliqui solisipstici, vivendo in società la cosa non potrebbe esser del tutto salutare . :).

Dell' Alpe avevo già parlato in veste invernale, nell'articolo dello scorso dicembre http://malgabart.blogspot.com/search?updated-min=2009-01-01T00:00:00%2B01:00&updated-max=2010-01-01T00:00:00%2B01:00&max-results=48

Il fascino invernale di questa montagna, la purezza che realizza nel suo mondo fatto bianco ha dell'incredibile, le suggestioni cristalline con cui avvolge il visitatore hanno a volte dell'estatico, tuttavia è in estate che l' Alpe mostra tutta la potenza immane, prepotentemente vitale, del suo fascino fatto di verde, dell'odore dei pascoli, del loro suono, del loro odore, in quella che diventa una totale immersione "sinestetica".

Diventa difficile in fotografia rendere quell'atmosfera immersiva, composta  appunto di tutti i nostri sensi che si amalgamano, si confondono e si esaltano vicendevolmente.
Diventa difficile, ci si prova con i contrasti, con quello che è il linguaggio emotivo del colore che ha la potenzialità di stimolare sensi che non sono  solo "visivi".
E' è una sfida difficile, ma forse è l'unica vera ragione del mio fare fotografia.




Lo Sciliar nel suo classico profilo e il suo caratteristico "Dente".
Nelle leggende tradizionali considerata "magica", come molte montagna dalla personalità individuale e isolata, in senso più prosaico a me viene in mente che è la montagna di una nota marca di wafers (i più buoni, per me, per altro). Avete presente i nanetti tutti felici e pimpanti che "scendono dai monti cantando tutti in coro" ?
Ebbene, si immagina che scendano da questa montagna qui, anche se non li abbiamo visti, forse.. sono in ferie anche loro !!

Ironie bucoliche. Non abbiamo incontrato i nani, ma altri simpatici soggetti in gran quantità e qualità. Le ironie sulla coppia qui sopra si sono naturalmente sprecate, così come sulle bizze della mucca rampante qui ritratta a fianco...
Proseguiamo lasciando l' Alpe e inoltrandoci quindi lungo il sentiero che consteggiandolo sul lato orientale risale il massiccio, compatto e dolomitico, dello Sciliar.



Forse uno dei momenti più belli di questa escursione...


Alta via.
Saliti lungo il costone per il sentiero (segnavia locale) n° 5 denominato "turistenweg" arriviamo sui pianori dell' Altopiano dello Sciliar, da qui si dirama il sentiero (segnavia CAI) n° 594 che conduce al Rifugio Alpe di Tires e da li al gruppo del Catinaccio.
Da notare il colore rosso del pietrisco che fa da fondo al sentiero, caratteristico colore della "Dolomia Sciliar",
questa particolare dolomia  si è generata da un antichissimo fondale marino, quello del mare di Teti preesistente all'attuale mediterraneo.
Sullo sfondo, contro la luce mattinale, quello che è il signore assoluto di questo panorama :

Il già citato Gruppo del Catinaccio. (vedi articolo).


Veduta ampia sull'intero gruppo, sulla sinistra ai margini il Sassolungo e Sassopiatto.


Fumante Cima Catinaccio. Sullo sfondo, a destra, la Cima di Cece, già vista nell'articolo su Passo Brocon.


In arrivo, nei pressi del Rifugio CAI Bolzano allo Sciliar.
Si tratta di uno dei rifugi più storici e più belli di proprietà della sezione bolzanina del sodalizio alpino.
Si respira davvero aria di altri tempi.


Ci  avviamo verso la cima principale, detta Monte Pez (2563), contrariamente a quanto si usa comunemente, la cima principale, più alta, è questa e non quella denominata Sciliar che si ferma a 2444 m di quota.
Altre quote importanti sono quella del "dente", ovvero cima Punta Santner e Punta Euringer (Euringer era un importante geologo del IX secolo, immagino, suppongo, centri qualcosa con questo oronimo).
A questo punto come si vede il più è fatto.. la cima è un colle adagiato che sale molto morbidamente, assumendo un centinaio di metri di dislivello in circa seicento metri lineari. Si sale quindi senza affanno.

Non potevano mancare le stelle alpine su questo idoneo colle calcareo.
Esse prediligono questo fondo, è del resto quasi impossibile trovarle su montagna di diversa roccia, come sui graniti o sui porfidi.
In Lagorai, in Cima D' Asta, e sulle alte montagne
dell' Adamello non se ne trovano.

datemi una mano !!!
Vorrei vedere tutta la pazienza hanno dovuto mettere quelli che hanno composto questo "disegno lapideo",
io mi sarei fermato a un dito ! (fate voi quale !! )


Sulla vetta.
Cima tranquilla, non di pretese alpinistiche, ma con grandi dote estetica nella vista che regala. Sicuramente una ascensione di grande remunerazione a fronte del non eccessivo impegno fisico richiesto per realizzarla.



E solarità. Senza compromessi.


Serpente rosso per prati verdi... sempre l'alta via che va verso il Tires.





Il rifugio..










Dopo aver "provato" il rifugio per pranzo.. il relax sui prati diventa d'obbligo.


Guardando all'insù le nuvole e il planare abile e scanzonato dei gracchi alpini..



Campanula.












E' cambiata la luce sul Catinaccio...


e sta cambiando anche il tempo...































Si decide quindi di incamminarsi a valle.
Si rientra per lo stesso sentiero, anche se l'itinerario più bello in questo caso sarebbe l'anello chiuso verso lì Alpe di Tires.





















La vastità dell' Alpe, sullo sfondo il Gruppo del Sassolungo e del Puez.



To Sky.

Sembra un nuvolone di Fantozzi quello che appoggia sul Sassolungo.. o come se la montagna avesse i suoi "5 minuti".
Ma sopra le nuvole c'è sempre altro cielo.


Incontrati altri amici (qui sopra. Signora Indolenza) giunge il momente dell' Ultima Birra...
rito irrinunciabile del mio andar per montagna.
Qui al rifugio Saltner  passano inoltre dolci, torte, e yogurt ai frutti di bosco che hanno dell'irresistibile.

E del resto.. come dicevano i Borg in Star Trek.. "la resistenza è inutile" !!
E quindi la giornata si avvia alla conclusione......
la luce è calante, lascia i toni clamorosi di questa pattina per le morbide pennellate di una luce ponente che filtra tra le cupaggine del nuvolone appoggiatosi allo Sciliar.
L'atmosfera è come decantata, al massimo del suo livello di pace possibile. Non si vorrebbe altro in momenti come questi.


To back..




To end.. fino alla prossima, naturalmente. Io non mi stanco di tornare.


Andrea G. 24/08/2010

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bei posti e belle foto come sempre....attendo a gloria qualche bella camminata sperduta, e non turistica, in alta badia...mi piacerebbe rivivere certi passaggi... Giacomo

Skadi ha detto...

Great snapshots of mountains!

Bart_72 ha detto...

1000thanks Justyna! I visited your blog.also your pics are very beautiful! & beautiful mountains of Poland !! :))


i add your blog in my favorites:))