Benvenuti alla Malga dell' Uomo Selvatico !


Benvenuti alla Mia Malga ! MalgaBart vuole essere una... baita virtuale, dove raccolgo pensieri, esperienze e soprattutto immagini da me prodotte sulla vita che amo, la vita all'aria aperta, in montagna, in natura.
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Un saluto ... muggito ! :D

Andrea Bart "Sàlvànfòresto".

mercoledì 30 dicembre 2009

WinterSeiserAlm_White_Meadows


Seiser Alm, o Alpe di Siusi, forse uno dei luoghi più belli delle Dolomiti, in primavera/estate è il regno del verde, di quella che è l' idea stessa del prato alpino.
La zona si costituisce di un bellissimo altopiano del dolce andamento vallonato che all'abbandono del campo da parte delle nevi si tinge del verde più verde che si possa immaginare, per punteggiarsi di altri colori ancora grazie a una fioritura strepitosa.
Tutt'attorno, ariosamente, le Dolomiti, imponenti, ma alla giusta distanza, esse sono maestose ma non opprimenti con la loro molte.
Ma ora i prati riposano sotto la coperta bianca, essa è necessaria per preparare il rigoglìo della stagione che verrà.


Die Langkofel, Sasslònch, il Sassolungo, e il Sassopiatto, innevato, in primo piano.


Tramonto con enrosadira sul gruppo del Puez.

Sarà uno notte chiarissima, qui vista sul rifugio Mahlknecthuette dove abbiamo alloggiato trovando ottima ospitalità.


Il piccolo Alle cerca di immobilizzarci al tavolo del rifugio con un gioco di società, ma io da buon asociale mi divincolo con nonchalance, preferendo andar prendere il freddo fuori nel tentativo di realizzare qualche scatto notturno.
Realizzo diversi scatti, la forte luce lunare non mi costringe a tempi di posa lunghissimi, bastando dai 2 ai 4 minuti per scatto, tuttavia passerà una buona ora, e per tenermi caldo vado su è giù di corsa per la stradina innevata mentre l'otturatore rimane aperto.. in tal modo riesco a sopravvivere alla mia nota freddolosità.


La mia migliore luna dell'anno.

Un po' di neve.

Rissa per il pasto... il rifugio non è ancora pieno, ma fuori già si sgomita ! :)
Il Gracchio Alpino è in effetti un animaletto alquanto vivace, goloso, e irriverente, ma è sempre divertentissimo stare a vedere che cosa combinano questi bulletti pennuti delle Alpi.

Una delle moltissime baite sparse sull'altopiano... e ... una delle innumerevoli foto a loro scattate.



Il monte Sciliar, o Schlern,
per me è la montagna dei wafer.. in particolare quelli con la carte rossa.. che vengono fatti ai piedi di questa meraviglia.



Facciamo due passi, dal Mahlknecht ci dirigiamo in direzione del Rifugio Goldkopf, o Punta D' Oro (qui sopra).
La zona si adatta molto a escursioni poco impegnative ma assai piacevoli grazie alla rete di strade bianche in inverno vengono battute con i gatti delle nevi, divenendo così assai agevoli da percorrere a piedi, anche senza ciaspole, e con lo slittino nei tratti in discesa. Tutti i rifugi della zona includono nel loro servizio la fornitura in uso di slittini, un modo divertente di vivere la montagna in inverno, tornando un po' bambini, il che non puo' fare certamente male.



Uno sguardo verso i monti Sarentini (vedi articolo)che spuntano come denti dal crinale in primo piano.


Torniamo al Mahlknecht per il pranzo...
ovviamente, non poteva non finire così, si dice tanto dei gracchi alpini.. ma noi siamo altrettanto feroci :))



E dulcis in fundo.... i Tromboni ( a sinistra un bassotuba, per la verità).


Poi caccio la macchina fotografica dentro lo zaino, chiudendolo moolto beene, e con lo slittino mi fiondo a velocità smodata verso il parcheggio a valle, per cui le foto.. finisco qui.


Andrea G. 30/12/2009

giovedì 24 dicembre 2009

A TUTTI ...


.. Quelli che mi vogliono bene, e anche a quelli che no, eventualmente,

auguro un FELICE NATALE ....


Con il suggerimento che vorrebbe ricordare di come ci siano anche altri 364 giorni dell'anno durante i quali si potrebbe essere magari.. un po' meno stronzi... (ovviamente non mi riferisco agli amici che mi seguono qui, che sono... della specie buona :))


Andrea G. 24/12/2009

mercoledì 23 dicembre 2009

SnoW_Wave .. in Hokusai mode.

Allora... continuo a rompere i gioielli con 'sti panorami, intanto.. o quasi.

La nevicata è passata, ora siamo sotto uno sciocco scirocco nell'ambito di un clima ormai alquanto isterico.
Lo scherzo, che poi non lo è mica tanto, di questo rialzo termico dopo un' ondata di freddo che non si ricordava da quasi venticinque anni, ovvero dagli inverni del 1985 e dell' 86, ha comportato oltre all'ovvio scioglimento precoce della neve caduta in quantità anche altri fenomeni quali il "gelicidio", qualcosa di tanto curioso e anche, occorre dirlo, pericoloso.
Non si contano in questi due giorni gli incidenti, in auto ma non solo.. perchè forse uscire a fare due passi è stato anche quasi più rischioso del mettersi alla guida, tra queste due ultime mattinate.

E...alla neve che è successo ?

Come si dice qui da noi "tiene botta", almeno qui in basso, perchè in pianura paradossalmente la "scaldata" non è stata così consistente, tant' è che anche stamane le temperature si aggiravano attorno allo zero.. mentre in montagna c'erano già almeno cinque gradi in più, e infatti, il disgelo ha colmato i fiumi.
Da coltre soffice, silenziosa, si è fatta armatura argentea, la pioggia gelata ha formato sulla neve una crosta resistente (nel mentre penso a questo mi viene in mente uno.. strudel ! n.d.m. )
e.. lucente.
L'effetto risultante è comunque spettacolare, perciò sono andato a fare un giro sulle mie colline, sul versante reggiano, proseguendo quindi il tema dell'articolo precedente variandolo tuttavia nella modalità.

Il tema parallelo che si accompagna a quello originario della neve è "l'onda" .. e questo stranamente quando questa si trasforma attraverso un doppio passaggio che prima la vede tornare liquida e... poi più solida di prima... ghiaccio, quindi, e proprio qui, assume un carattere che invece è proprio dello stato liquido ... quello dell'onda.

Perchè Hokusai ?

Non saprei... è una mia.. impressione.

Però questa cosa dell'ambiguazione solido-liquido mi intriga... come tutto ciò che è ambiguo, del resto.













Andrea G. 23/12/2009

sabato 19 dicembre 2009

La Prima dell' Inverno

:: Eccoci qui, dopo oltre un mese di assenza.
Dov'ero finito ? (si chiederanno i pochi che seguono questo mio piccolo blog..)

Diciamo che mi sono preso una pausa, diversi fattori mi hanno tenuto un po' lontano dal blog e dalla fotografia, anche se per quest'ultima la pausa non è stata totale.
Tuttavia in questo inizio inverno ho accusato la crisi che inevitabilmente mi causa l'andarsene della luce tipica della prima fase invernale.
A tutto un tratto dominano i grigi, ovunque, in superficie, fino a giungere in profondità.
Un mio amico disse "non sopporto il bianco, non serve a nulla",
io non sopporto il grigio, anche se, devo dire, serve ad apprezzare il colore.

Il mondo delle luce non è estraneo all'inverno, almeno fino a quando non si rinnova quel fenomeno natura che, nonostante tale naturalità, per me ha sempre il sapore del mistero, del miracolistico perfino, per come ne vivo la sorpresa.

Sulla sua rubrica su www.appenninobianco.it , Luca Lombroso ha definito tale nevicata di cui prevedeva l'arrivo come "d'altri tempi",
la Lella, che invece abita in fondo alla via e non credo sappia cosa sia internet, invece, probabilmente, la definirebbe "antica".

Fatto sta che questa mattina la magia è tornata, e alle undici l'invasione della luce è stata totale.

Sia luce, sempre.




Vigneto.. bianco ?

Mùntzìbbi, ovvero, il Castello di Montegibbio.
Una dei punti più elevati del comune di Sassuolo.
Il castello di Montegibbio risale, come la Rocca che fa da base all'odierno Palazzo Ducale di Sassuolo, in sua prima fondazione, al X secolo. Le due strutture facevano parte di un sistema difensivo integrato, come ovvio per chi conosce la storia di queste terre, venne a fare parte dei possedimenti matildici nel secolo successivo.

Il crinale dove, da San Michele, risale la Via Vandelli, sullo sfondo, il Monte di Valestra.



Sempre lui, il nostro Castello.


Il Rio del Petrolio.
Si, anticamente, nel territorio sassolese, si estraeva il petrolio, il nome (saxo- oleum) stesso di Sassuolo ne deriva.
Insomma, prima di essere la "tile valley" era la "oil valley".
Anche se temo che anche l'epoca della "tile valley" sia al termine.


Sassuolo, sullo sfondo, baciata, ancora, nonostante tutto, da sole.


Andrea G. 19/12/2009