La realtà prevede invece uno squallido fondo cava, dove terminate da tempo le attività estrattive, sono stati realizzati impianti di betonaggio e l'area ecologica intercomunale detta appunto "Parchetto". Nelle adiacenze, utilizzante la stessa via di accesso si trova una commerciale ceramica in cui i camionisti lì destinati non arrivano mai al primo colpo, piombando da me con interrogativi espressi in idiomi che variano dal fiammingo al polacco, fino al moldavo. Non è un bel posto, anzi, come suggerisco sopra, ne costituisce perfetto contrario.
Tuttavia spesso il mattino in queto luogo ameno riesce a sorprendermi con albe repentine e insospettabili, nonostante ciò in fin dei conti succeda spesso, come se nella mia mente non potesse essere possibile, come se qui fosse il sottosuolo, un luogo dove non giunge la luce del sole, oggettivamente un luogo lontano da ogni poesia. Eppure anche questa mattina, come ce ne sono state e ce ne saranno, il cielo è sopra di me. Semmai ciò può insegnarmi qualcosa è che spesso sta in noi vedere il lato bello delle cose, l'estetica infatti attiene al rapporto che intercorre tra il mondo della nostra mente e quello che dall'esterno in essa si riflette e si rielabora, essere consapevoli di questo meccanismo permette, pur con i limiti ovvi che il vivere della quotidianità ci impone se da questo benedetto mondo non vogliamo alienarci del tutto, di reinventarlo o comunque migliorarlo, questa è cosa che trovo potente e stupefacente, importantissima dal momento in cui spesso non si ha la possibilità di “scappare via” in un altro luogo fisico, tanto più che questa potrebbe facilmente anche non essere la soluzione.
(A proposito di reinventare il proprio mondo )
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