Continuano le mie visita alla collina.
George Barr, in un suo interessante libro, "Fotografare a un livello superiore" che mi è capitato di comprare e leggere, sostiene la tesi che è necessario esplorare un luogo diverse volte per ottenervi buoni scatti.
La conoscenza del luogo, dei suoi "oggetti", delle sue prospettive, della relazione di questi con la luce nelle varie condizioni, che variano a seconda della meteorologia, della stagione, dell'ora, richiede davvero un approccio in profondità con il mondo oggettuale con cui il fotografo si pone.
Insistere,
quindi,
serve.
Mi reco in questo luogo da anni ormai, ma credo che solo ora stia riuscendo nell'intento di farne emergere l'intima estetica, in quando l'evidenza eclatante che si vive nel visitarlo non è così immediata da rendere in fotografia.
Qui sta il paradosso:
Una bellezza evidente che richiede di essere approfondita per poter essere rappresentata.
Quante volte vi sarà capitato di essere in un luogo meraviglioso, di viverne potentemente il fascino in presa diretta, di fare una foto per conservare qualcosa di quel momento,
e di provare una delusione somma nel rivedere l'immagine scattata. (ve lo dico io, quasi sempre !)
Qui sta un altro paradosso.
Ai tempi dell'impressionismo pittorico, nacque e si sviluppo', in Francia, poi rapidamente in Europa e negli USA, la fotografia..
La fotografia impose il suo successo grazie a un mezzo tecnico molto più efficacie nel rappresentare realisticamente la realtà.
Tuttavia :
Cos'è la realtà ?
Non è quello che percepiamo, attraverso il "media" della nostra interiorizzazione ?
Il come viviamo le cose ? il colore emotivo delle cose, oltre alla loro fisica oggettività ?
Inseguire questo non ci porta ad allontanarci dalla oggettiva rappresentazione della realtà ?
Inseguire la rappresentazione della realtà ci porta a fare foto migliori ?
Se no, allora dobbiamo inseguire un livello di visione, e quindi di rappresentazione, diverso.
Io penso quindi che :
Il realismo sia il peggior male che possa affligere la fotografia. (e il fotografo).
Si potrebbe ricavare il concetto contrario, ovvero che la fotografia è finzione.
In realtà, la fotografia è rappresentazione, quindi, rappresenta una realtà vissuta da chi attraverso essa esprime la propria sensibilità.
Questo non è quindi "mentire", o "mistificare", tuttavia, la fotografia può fare, ed è giusto che faccia, anche questo.
Si vive con le apparenze, le apparenze però sono in relazione con la sostanza che ne rimane in background e che quindi tramite le apparenze si esplica. Se si vuole capire e rappresentare quello che si avverte "dietro",
allora è necessario impegnarsi,
andare oltre.
Insistere.
Andrea Guerrini 26/06/2010
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