Benvenuti alla Malga dell' Uomo Selvatico !


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Andrea Bart "Sàlvànfòresto".

martedì 30 settembre 2008

Un tranquillo week end di tortura - (ovvero tentativo mancato alle dieci in compagnia di un violentatore morale)



Unire una buona resistenza a virus influenzali, parainfluenzali e ciappini simili, i nipotini (ovvero bombe biologiche ancora non normate dai relativi trattati intenazionali) e una certa dose di "microsfiga" comporta che nonostante non mi capiti mai di essere assente dal lavoro a causa di simili indisposizioni, finisca poi per beccarmele al weekend, magari avendo anche programmato qualcosa di particolare che ovviamente va a monte, in questo caso, ciò che andrà a monte, sarà proprio il monte.

Questo giro il menù prevedeva come portata particolare la salita al Sasso delle Dieci, che come il nome suggerisce consta in un vero sasso di tremila metri di altezza appoggiato a ridosso della Val Badia, una delle più belle valli ladine delle Dolomiti.

In serata capita putroppo che salendo a piedi dal Pederù per raggiungere il La Varella si rivela l'effetto dell'infame legge di Murphy e nella penombra lunare di una splendida serata di fine settembre, punteggiata di brillanti nell'aria fine della sera, inizio ad avanzare barcollando come uno Zombie. 
Davanti a me fa strada il Moro, un tipo a suo modo serafico dai modi improbabili, sale regolare di buon passo ma ogni tanto lo faccio fermare, sono ansimante e devo prender fiato, lo zaino è pesante, la fatica inaffrontabile, sto sudando freddo, la nausea monta, il cuore rimbalza ovunque e non capisco se sono in piedi o fluttuante a mezzaria come un cosmonauta della vecchia MIR.
"Non ce la faccio" dico, "mi pare di salire l'Everest ! e siamo solo su sta' stradina del c.. " al che il Moro mi incoraggia : "ma veramente non ce la fai mai neanche quando sei in forma"..
Proseguo nella mia dimensione sospesa, il rifugio che si doveva raggiungere in un oretta mi pare sperduto come il campo base del K2 sul Baltoro (almeno come immagino che lo sia), infatti come a captare i miei pensieri il Moro dice che gli ricorda la valle che conduce alla base dell' Everest (lui non immagina, ricorda, i suoi ricordi sono realtà, Il Moro è Chuck Norris!), dove mancano solo le piante, trovo curioso che in modo diverso i nostri pensieri siano simili, benchè nella diversità delle nostre montagne putative. Continuo a ciondolare "non ho più equilibrio, mi sento una merda !", e il Moro consolante "ma tu SEI una merda !"...
"grazie, sei davvero molto caro..", rispondo gratamente da persona educata seppur bestia selvaggia come sono, ma si sa, anche le belve sono mansuete quando non stanno male.

Nel frattempo il fuoristrada del rifugio che fa servizio navetta ci passa su è giù due volte, ricordo che il Moro con molta sicumera aveva rifiutato il "passaggio"  prima di
 partire, ora quel "noi saliamo a piedi" (le sicurezze del Moro sono la materia prima componente la roccia delle montagne, le montagne esistono perchè il Moro esprime sicurezza, la montagna è il Moro, in questo senso il Moro è più grosso perfino di Chuck Norris), lo maledico intimamente per un po' di indefinito tempo, ma poi lo perdono, perchè come si puo' voler male al Moro ? Il Moro è un po' un personal trainer delle facoltà emotive come il Dr. Kawashima lo è per quelle intellettive (magari con risultati simili ??), il Moro se non ti fa rinchiudere alla neuro ti rende più forte (tuttavia mi sento debilitato).

Il mio arrivo al rifugio visto da altri avrebbe forse potuto sembrare come un sequel de " il ritorno dei morti viventi" girato sulle Alpi, ma la ragazza del rifugio, una ladina infinitamente carina, molto piamente mi accoglie con gentilezza invece di chiamare l'esorcista o di assalirmi con un palo di frassino, ci invita anzi a prendere possesso della camera in quanto dobbiamo cenare subito.

Cenare... 

Quando sei in giro per crode non vedi l'ora di arrivare al rifugio e mangiare un bel piattone di qualcosa di buono del tradizionale di quelle valli, tipo knodel, tipo capriolo con polenta e funghi,la luganega, la torta sacher, magari annaffiando con Gewurtztraminer (il Moro non ammetterebbe altro vino, prima di guardare la lista coi relativi prezzi), ma lì mi trovo disarmato, inerme come un bimbo nudo.
Sono inappetente, mi pare di avere ingurgitato un intero barattolo di effervescente Brioschi, o peggio, di ospitare un Alien ubriaco e ventoso nel ventre.
Vorrei  ma non posso.
 Quindi ordino leggero, ma a malpena finisco il brodo, non termino  l'insalata, non reggo l'odore delle patate in padella che ovviamente non sfioro nemmeno.
Il Moro prende le patatine fritte, io ucciderei, per la patatine (non lo faccio solo perchè sono una persona perbene, seppur fuggita dai boschi), ma loro, le patatine, sono li, davanti a me, e non posso sfiorarle, non posso saccheggiarle, renderle al nulla come sarebbe da mio solito..
Il Moro avanza le patatine. Sono li, povere, sole e abbandonate, e io non posso fare nulla per loro.

Una vera tortura sulla tortura.

Il Moro dice di se "Io sono un violentatore morale" (a differenza di Chuck Norris non ha necessità di toccarti, per distruggerti, un po' come Kenshiro contro Souther, ma molto peggio). La mattina seguente, dopo un notte infernale provo a trascinare la pelle un po' più in alto sopra il rifugio, ma la senzazione fisica è pessima e le gambe non girano. arriviamo quindi a vedere quella che doveva essere la nostra meta, la salutiamo a ci diamo appuntamento per un' altra occasione, se c'è un certezza sulle montagne è che , una volta che il Moro le ha create, essere rimangono al loro posto,ad aspettarci come compagni fedeli, meno che il Moro non voglia diversamente.            

  













 (Bart_ il 30/09/2008. Si ringrazia sentimanete la Main Star il Moro per il materiale umano fornito e per la fonte di ispirazione e espirazione )